25-27 maggio 2018: Seminario “Fuori tempo. Discronie del tempo vissuto e disarmonie evolutive oggi: analisi fenomenologica e prospettive terapeutiche e educative”

Presentazione

Affermare che ogni epoca “produce” le proprie psicopatologie è cosa ovvia. E quindi sembrerebbe banale e scontato soffermarsi sulla relazione tra le mutazioni antropologiche e il vertiginoso sviluppo tecnologico dell’”era postmoderna” (affrontati nel seminario dello scorso anno), e i disagi di bambini e adolescenti, con lo smarrimento di educatori e terapeuti che si sta producendo nella nostra società quasi come un “effetto collaterale” inevitabile.
D’altro canto, se vogliamo tracciare prospettive educative e terapeutiche che non si fermino al solo obiettivo di “risolvere il sintomo”, ma che abbiano l’ambizione, cara alla psicopatologia fenomenologica, di dare senso alla malattia e, conseguentemente leggere un’epoca e le sue contraddizioni, dobbiamo cercare di “sbanalizzare” l’ovvio.
Mai come oggi abbiamo tante informazioni per descrivere i problemi che assillano le nostre esistenze, tanto che a tratti sembra che tutto sia già stato detto e scritto, conservato nei “Big Data”. Eppure educatori e terapeuti, così come leader e istituzioni, sembrano sorprendentemente smarriti di fronte alla necessità di determinare grandi mete, significativi cambiamenti nel medio e lungo termine, rimanendo intrappolati nel compito di rispondere solo ai problemi del momento.

In questo seminario cercheremo quindi di tracciare delle prospettive per l’azione educativa e di cura, principalmente per rispondere ai disagi delle nuove generazioni.

Per far ciò partiremo da un’analisi fenomenologica delle distorsioni del tempo e dello spazio vissuti, sotto la guida di Giulio Fontò. Tutti i disturbi psicologici possono infatti essere ricondotti ad una disorganizzazione del tempo e dello spazio vissuti. Da questa analisi potremo notare come la nostra società post-moderna sia per certi versi “fuori tempo”: in moltissimi momenti essa risulta infatti troppo accelerata, ipercinetica; in altri momenti invece troppo lenta e “congestionata”, decisamente in ritardo nelle decisioni che contano. Nell’era dove la musica è fortemente caratterizzata dagli strumenti ritmici e scandisce anche in modo esagerato il ritmo, gli esseri umani, il mondo e persino la natura sembrano aver perso il proprio ritmo!

Giulio Fontò ci descriverà come questo essere “fuori tempo” si strutturi in una vera e propria patologia del tempo vissuto, i cui tratti, per citarne alcuni, sono: l’incapacità di fermarsi, l’ipercinesi; l’impossibilità di concludere; la scomparsa dell’esperienza dell’attesa e la perdita del desiderio; l’eclissi dell’esperienza della durata e dell’esperienza della noia; l’abolizione di riti di passaggio.
Così “passato e presente” si contraggono a dismisura e il futuro viene spogliato di ogni orizzonte prospettico; vengono così “soppressi” i concetti di “promessa”, “fedeltà”, “vincolo”, “eredità”, “speranza”.
E così tutto diventa “reversibile” e “provvisorio”, tanto da immobilizzarci di fronte alle importanti determinazioni della vita.

Nella seconda relazione, affidata a Pina Scarpa e a Giusi Sellitto, ci verrà illustrato come questa analisi del tempo è correlata a disarmonie e disturbi che incontriamo oggi nei bambini e negli adolescenti. Il vissuto del tempo è malato: c’è l’incapacità di organizzare la temporalità interna perché non si può fare più riferimento a una “sana temporalità” esterna. Al di là dei quadri sintomatologici più diffusi (disturbi dell’apprendimento, deficit dell’attenzione con o senza iperattività, disturbi dello spettro autistico, disturbi dell’umore infantili e adolescenziali, ecc. …) la nostra proposta terapeutica ed educativa potrebbe partire proprio dal tempo vissuto, puntando al nucleo strutturale di tanti disturbi odierni: sono proprio le “discronie temporali” che provocano la fatica di vivere e sono all’origine dell’incapacità a significare le esperienze.

Senza la significazione delle esperienze non c’è memoria, non ci sono conoscenze (ci sono solo informazioni, Big Data appunto), non c’è coscienza, non c’è capacità di scelta e quindi libertà .

Ma come impostare ambiti di significazione efficace? Gran parte della seconda giornata seminariale sarà quindi dedicata a delineare un cammino educativo-terapeutico controcorrente rispetto alla sola odierna preoccupazione di “aggiustare” le persone rispetto ai sintomi patologici. Percorreremo questa rieducazione al tempo e allo spazio vissuti secondo la forma laboratoriale già sperimentata nei precedenti seminari. Saranno allestiti tre atelier esperienziali (che a turno e in sottogruppo ogni partecipante potrà frequentare), in ognuno dei quali si proporrà uno dei tre grandi ambiti dove viene significata l’esistenza: gli affetti, il lavoro e la conoscenza (spiritualità).

E forse, come potremmo scoprire nella sintesi finale, sono proprio queste le direzioni da indicare a terapeuti ed educatori smarriti, al fine di recuperare il senso del proprio ruolo e funzione, aprendo per sé e per le giovani generazioni orizzonti di fiducia.

Programma

 

Venerdì 25 maggio

Ore 16,30: Arrivo e sistemazione

17,00: Introduzione – Dott. Gian Luca Greggio, psicologo, psicoterapeuta

17,15 : Lezione magistrale “La patologia del tempo vissuto nell’era postmoderna”

Prof. Giulio Fontò, psicologo, psicoterapeuta

20,00: Cena

21,15: Proiezione film

Sabato 26 maggio

Ore 9,00: Relazione “Disarmonie dell’età evolutiva e smarrimento educativo”

Dott.ssa Pina Scarpa, psicologa e psicoterapeuta
Dott.ssa Giusi Sellitto, neuropsichiatra infantile e psicoterapeuta

10,30: Pausa

10,45: Prima sessione di laboratori teorico esperienziali:

– Gli affetti, condotto da Gian Luca Greggio e Chiara Lunel, psicologi, psicoterapeuti
– Il lavoro, condotto da M. Carla Acler, psicologa, psicoterapeuta
– La conoscenza (spiritualità), condotto da Carla Borciani, psicologa, psicoterapeuta

12,30: Pranzo

14,30: Seconda sessione di atelier teorico esperienziali:

– Gli affetti, condotto da Gian Luca Greggio e Chiara Lunel
– Il lavoro, condotto da M. Carla Acler
– La conoscenza (spiritualità), condotto da Carla Borciani

16,15: Coffebreak

16,30: Terza sessione di atelier teorico esperienziali:

– Gli affetti, condotto da Gian Luca Greggio e Chiara Lunel
– Il lavoro, condotto da M. Carla Acler
– La conoscenza (spiritualità), condotto da Carla Borciani

18,15: Discussione in sottogruppo delle tre esperienze

19,30: Cena

Domenica 27 maggio

Ore 9,00: Restituzione in assemblea

11,00: Sintesi finale

12,00: Chiusura del seminario

Presso Casa di Accoglienza Il Carmine, via Carmine 11, San Felice del Benaco (Brescia)

CREDITI ECM: 15,1

Modalità e costo d’iscrizione:
Per i soci di Apeiron: 160,00 € + 35, 00 € di quota associativa annuale (esente IVA)

Per i non soci: 180,00 € + IVA

All’atto dell’iscrizione si dovranno versare, tramite bonifico bancario 50,00 € quale quota di iscrizione.
E’ possibile saldare, in un unico bonifico la quota di iscrizione al seminario di 50,00 € + 35,00 € di quota associativa annuale. La quota di partecipazione dovrà essere saldata in corrispondenza del w.e. formativo. La fattura/ricevuta sarà erogata al pagamento del saldo.

La scheda di iscrizione unitamente alla copia della ricevuta del bonifico di 50,00 € dovranno essere inviate entro fine aprile 2018 al seguente indirizzo di posta elettronica: segreteria@apeironassociazione.org